Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026 | Owlise
Owlise Logo Owlise AI
AI Decoded

Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026

Redazione
#Strategia Italiana#Intelligenza Artificiale#Regolamentazione IA#Innovazione
Feature image

A pochi giorni dalla pubblicazione dell’AI Act sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea e dall’inizio delle audizioni al Senato della Repubblica del disegno di legge il nostro Paese segna un deciso passo avanti in materia di regolamentazione del settore con l’approvazione della Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026. In questi giorni circola online il testo redatto dal Comitato di quattordici esperti che hanno supportato il Governo nella definizione delle linee guida per lo sviluppo responsabile e inclusivo dell’IA ma è una lettura è tutt’altro che semplice. Ecco dunque un estratto dei concetti chiave da tenere a mente.

L’IA in Italia

Partiamo da una doverosa contestualizzazione del documento con cui l’Italia si prepara ad abbracciare questa rivoluzione.

Secondo l’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano (febbraio 2024) nell’ultimo anno il mercato dell’AI ha visto una crescita del 52% raggiungendo i 760 milioni di euro. Ma il confronto con gli altri paesi europei ci vede ancora alle ultime posizioni in termini di competenze digitali diffuse e adozione di questa tecnologia nelle piccole e medie imprese. L’Italia si sta mobilitando per creare un ambiente favorevole all’innovazione supportando da un lato chi le sviluppa e dall’altro chi ne beneficia con iniziative come i Digital Innovation Hub che aiutano le imprese a digitalizzarsi.

La risposta che arriva del tessuto imprenditoriale italiano è positiva ma ad approfittare di queste agevolazioni per ora sono primariamente i big player (90%) tra cui il 61% ha all’attivo un progetto pilota (mentre si scende al 18% tra le PMI). La notizia incoraggiante è che il 37% delle grandi realtà e il 7% delle piccole e medie imprese ritardatarie hanno intenzione di attivarsi nei prossimi 12 mesi. Un dato che potrebbe dunque presto tradursi in nuovi posti di lavoro prodotti all’avanguardia e servizi più efficienti sia nel privato che nel pubblico.

Sul fronte delle competenze anche le università stanno facendo la loro parte con oltre 160 corsi dedicati all’IA in 53 atenei e un Dottorato Nazionale in Intelligenza Artificiale per formare i futuri manager del settore.

Come funziona la strategia

Entriamo ora nel dettaglio del piano strategico studiato per massimizzare i benefici e minimizzare i potenziali effetti avversi dell’AI.

Gli obiettivi

Sono dei più ambiziosi: creare un’Intelligenza Artificiale che parli la nostra lingua che capisca le sfumature della nostra cultura e che risponda alle esigenze specifiche del sistema produttivo italiano. Non si tratta solo di competitività economica ma di preservare e valorizzare un’identità forte in un mondo sempre più digitale.

La strategia si concentra su settori chiave come il Made in Italy, la salute, l’educazione e la tutela del patrimonio artistico e ambientale.

Allo stesso tempo c’è una forte attenzione al benessere sociale: l’IA non deve essere un lusso per pochi ma uno strumento per migliorare la qualità della vita di tutti specialmente delle fasce più deboli della popolazione. Si punta a dar vita ad un “Rinascimento digitale” in cui la tecnologia si fonde con la tradizione.

I settori

La Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026 definisce le azioni raggruppate in quattro macroaree: Ricerca, Pubblica Amministrazione, Imprese e Formazione.

Ricerca

Con oltre 60 università ed enti di ricerca coinvolti, l’Italia mira a diventare un vero e proprio faro dell’innovazione in Europa e nel mondo. Per farlo ci si propone di operare a più livelli:

Non dimentichiamo l’aspetto etico: la ricerca italiana sull’IA si distingue per l’attenzione ai valori umani e alla sostenibilità. L’obiettivo è creare tecnologie che non solo siano all’avanguardia ma che rispettino i diritti fondamentali e contribuiscano al bene comune.

Pubblica Amministrazione

Un altro settore cruciale dove è necessario aggiornare i modelli di lavoro per rendere tutto più semplice, veloce ed efficace. La strategia italiana per l’IA vede nella PA un terreno fertile per l’innovazione con l’obiettivo di trasformare radicalmente il rapporto tra cittadini e istituzioni.

Le possibilità sono molteplici:

La strategia prevede anche un’importante attenzione alla formazione. I dipendenti pubblici avranno l’opportunità di aggiornare le proprie competenze diventando veri e propri esperti nell’uso dell’IA. Questo non solo migliorerà i servizi ma creerà anche nuove e stimolanti opportunità di carriera.

Imprese

L’Intelligenza Artificiale sta rivoluzionando il mondo delle imprese dai big player agli artigiani. Questa mossa dell’Italia mira a trasformare l’IA da una tecnologia di nicchia a un motore di crescita per tutto il tessuto produttivo del Paese.

Per le PMI, vero cuore pulsante dell’economia italiana, potrebbe essere una vera e propria svolta. Certo andranno supportate con diverse misure tra cui:

Infine, c’è una forte attenzione all’etica e alla responsabilità. L’IA nelle imprese italiane dovrà rispettare valori fondamentali come la privacy, la trasparenza e la sostenibilità. L’obiettivo è creare un’innovazione che non solo generi profitti ma contribuisca al bene comune.

Formazione

Insieme a quello del lavoro, l’Intelligenza Artificiale sta ridisegnando anche il panorama delle competenze. L’obiettivo della strategia è assicurare che ogni italiano, dai bambini agli adulti, sia pronto per un futuro in cui l’IA sarà parte integrante della nostra vita quotidiana.

L’IA verrà infatti integrata:

L’idea è che tutti possano comprendere i benefici e i rischi dell’IA partecipando attivamente al dibattito su come questa tecnologia debba essere sviluppata e utilizzata nella società.

I Rischi

Non poteva mancare il retro della medaglia come

in ogni grande opportunità ed è importante che tutti i cittadini ne siano consapevoli. Quali sono le sfide che la Strategia italiana per l’Intelligenza Artificiale porta con sé?

Privacy

Naturalmente l’introduzione dell’IA nella PA solleva questioni importanti sulla riservatezza e protezione dei dati, soprattutto sensibili come nella PA. La strategia affronta questi temi di petto prevedendo rigide misure di protezione e trasparenza. L’obiettivo è creare un sistema non solo più efficiente ma anche più affidabile e vicino ai cittadini.

Arretratezza

In un mondo che corre veloce, il rischio di restare indietro è concreto. L’Italia, storicamente cauta nell’adozione di nuove tecnologie, potrebbe perdere competitività nel panorama tecnologico internazionale.

Il rischio è di approvare una normativa così stringente da soffocare l’innovazione. Se una start-up italiana volesse lanciare un nuovo prodotto basato sull’IA, potrebbe dover navigare tra regole europee, nazionali e magari anche regionali trovandosi in svantaggio rispetto ai concorrenti di altri paesi con regolamentazioni più snelle. D’altra parte, un set di regole troppo permissivo potrebbe non proteggere adeguatamente i cittadini e le imprese.

In un delicato atto di equilibrismo, la strategia italiana propone di creare linee guida e percorsi agili per aiutare imprese e cittadini a navigare il quadro normativo esistente al fine di creare un ambiente che protegga i diritti dei cittadini e allo stesso tempo incoraggi l’innovazione.

Divario digitale

Se non gestita con la massima precisione, l’IA potrebbe ampliare le disuguaglianze esistenti creando una società a due velocità dove solo chi ha determinate competenze può beneficiare pienamente dell’IA. L’Italia parte già svantaggiata: abbiamo infatti un livello di digitalizzazione inferiore alla media europea con marcate differenze tra regioni e città.

Le soluzioni in questo caso possono essere:

L’obiettivo finale è ambizioso: trasformare il rischio di digital divide in un’opportunità di crescita inclusiva. Un’Italia in cui l’IA non è un privilegio per pochi ma uno strumento di empowerment per tutti dalle grandi città ai piccoli borghi.

Inefficacia

Se non controllata con estrema attenzione e la giusta flessibilità, potrebbe non essere possibile raggiungere gli obiettivi prefissati. L’IA è un campo in rapida evoluzione e questo rende particolarmente difficile pianificare a lungo termine. Una strategia che sembra all’avanguardia oggi potrebbe diventare obsoleta in pochi mesi.

La chiave è la flessibilità e il monitoraggio costante per aggiustare la rotta rapidamente qualora si rendesse necessario.

Sviluppo e KPI

Per valutare l’efficacia di questa operazione sarà quindi implementato un sistema di indicatori di performance quantitativi in grado di rilevare l’impatto delle singole azioni intraprese e creare un ciclo di feedback continuo utile all’aggiornamento e miglioramento delle politiche.

Diverse le iniziative previste:

Il coordinamento complessivo di queste attività sarà affidato alla Fondazione per l’Intelligenza Artificiale quale organismo indipendente ma anche imprese, università e cittadini sono chiamati a ricoprire un ruolo cruciale in una sorta di enorme forum.

La strategia italiana sull’IA sarà inoltre inserita in reti progettuali di cooperazione internazionale volte a favorire la ricerca e sviluppo globale anche a livello normativo.

← Back to Blog